Quelle più importanti, naturalmente, sono legate all'età: io ad esempio ricordo ,pur avendone fatte molte, quelle delle scuole superiori, eravamo già " grandi" le compagne di classe erano decisamente signorine e mature, erano smaliziati e vogliosi di fare innocenti trasgressioni, già programmate due mesi prima di partire.
Una in particolare è nel mio libro dei ricordi.
Itinerario, scontato: Caserta, Napoli, Vico Equense, Capri, Pompei, il tutto in una settimana. C'era tutta la classe: ragazzi e ragazze quasi alla pari come numero; sarò stato fortunato ma salvo qualche bruttina di prammatica,le mie compagne di classe erano veramente carine; capi indiscussi della truppa, per fortuna nostra, due professori simpatici e pazienti ( ma non si sarebbero dimostrati tali nel passare
dei giorni).
Si va e le gite per certi aspetti sono tutte uguali: nel pullman si canta, si ride,si raccontano barzellette , si cerca di agganciare l'amica che ci piace, si fa gli scemi ed i geniali per attirare l'attenzione.Allora si portavano anche radioline, macchine fotografiche, sigarette nascoste nelle valigie( non si doveva fumare assolutamente).
Le tappe obbligate vanno rispettate ed i luoghi scelti per la gita devono essere visitati senza scuse. Quindi a Napoli o soliti monumenti, a Pompei non dico niente perchè è sin troppo facile, Vico Equense per l'albergo che ci ospitava e dove ho scoperto per la prima volta la pizza venduta a metri, Capri per la sua bellezza indimenticabile; noi maschi in un albergo, le ragazze in un'altro con la professoressa accompagnatrice. Ma per noi i divertimenti non erano quelli ufficiali ma quelli "tramati" tutti insieme nelle camere durante le ore di riposo. Quindi, dopo il saluto dei due professori, al termine di un lungo e chiassoso dopocena, facevamo finta di andare a dormire ma in verità ci ritrovavamo tutti insieme per programmare sgarri e birbate, quasi innocenti.
Arrivo all'ultimo giorno di gita prima di tornare a casa. Decidiamo che bisognava passare una serata coi fiocchi. E quale poteva essere se non con le compagne? Ci accordiamo con alcune di loro: avremmo fatto finta di andare a letto, avremmo aspettato un pò e poi saremmo usciti e saremmo andate da loro, aspettando per strada; loro avrebbero dovuto fare la stessa cosa. Tutto va liscio. Camera, saluti ai professori, attesa, rivestiti, scarpe in mano, corridoio, ingresso e viaaaaa di corsa dalle amiche. Loro riescono egualmente a farla franca ed uscire. Stiamo insieme, si va in un locale dove si ballava, ci fermiamo abbastanza, facciamo i pesci lessi, poi vediamo che è tardi, torniamo e ci dividiamo. Ci facciamo aprire ed entriamo in silenzio. E' fatta! Proprio per niente. All'inizio delle scale, in pigiama, ci sono i due professori incazzati come api. Non si dimostrano comprensivi. Hanno già telefonato alla professoressa nell'altro albergo informandola ed immaginando come era andata.
Ci becchiamo una lavata di testa da ricordare per tutta la vita.
Saranno inflessibili con noi anche a scuola, promettono. E qualcuno di noi trema come una foglia, già pensando alla reazione dei genitori. Il ritorno a casa( il viaggio era lungo) è veramente triste e pensoso per tutti i colpevoli, ragazzi e ragazze. Ma la scappatela in parte ci accomuna e stiamo vicini di posto per tutto il viaggio.
Arriviamo a Fano preoccupati ma la presenza dei genitori rallegra il tutto con i saluti e gli abbracci.
Devo dire che i professori, poi, sono stati buoni ed hanno chiuso un occhio, anzi, tutte e due. Non hanno detto nulla al preside e tanto meno ai nostri familiari.
Anni ed anni dopo, quando era passato molto tempo da quell'episodio, ho avuto modo di frequentare per ragioni di lavoro entrambi i professori e naturalmente ho ricordato loro la gita e la strapazzata. Sapete cosa mi hanno detto entrambi? Invece di fare tanti misteri, se ci aveste chiesto il permesso vi avremmo accompagnato volentieri a ballare e la professoressa avrebbe fatto uguale con le ragazze. L'ultimo giorno si può fare. Ma pensa! E noi che avevamo faticato tanto.
Nessun commento:
Posta un commento