mercoledì 3 ottobre 2012

VEGARE E PEDALARE

Passo tutti i giorni dalle parti della pista Trave ( annessi e connessi) e vedo ad ogni ora gente che pedala, uomini e donne che corrono, che camminano veloci, che per una strana moda dei nostri giorni (sono convinto inventata dagli americani)procedono tenendo bastoncini in mano più o meno simili a quelli per gli sci, che vanno in pattini, che sudano e faticano, il tutto sia per tenersi in forma, sia per dimagrire sia per mantenersi in salute. Un variegato mondo, una specie di zoo che va alla pari con le palestre, con i centri fitness e cose simili, dove ci sono dentro tutti e tutto:palestrati, tardone e tardoni in cerca di una perduta gioventù che non tornerà mai più, esibizionisti/e per farsi vedere, giovani convinti di spaccare il mondo se hanno qualche centimetro di muscolo in più ma anche gente che ha veramente bisogno di fare e di muoversi per necessità di vita. Uno zoo.
Questa lunga premessa per dire che qualche giorno fa ho deciso anch'io di entrare in questo mondo, sulla scia di una mia amica che ha preso questa ponderata decisione: mangiare salutista vegan vegetariano e marciare tutti i giorni per almeno sette, dico sette chilometri.
Prima cosa ho dovuto affrontare spese per l'equipaggiamento: tuta( firmata) scarpe da olimpionico con le luci che si accendono e si spengono nei tacchi, fascia da fronte con  logo figo al centro, guanti di lana ( non so il perchè ma la negoziante mi ha detto che sono indispensabili), cappello con visiera lunga 20 centimetri, occhiali da sole fascianti con lenti come due mandorle( penso siano cinesi),frequenziometro per il battito cardiaco, marsupio porta cellulare, I phone 5, tablet, , bottiglia frigo per liquido supervitaminico.
Per la dieta: acquisto di libri con ricette vegane e vegetariane, acquisto di batteria utensili da cucina per cotture  al vapore  ed altro, elenco aggiornato dei prodotti che si possono mangiare, indirizzi negozi specializzati, ordini telematici per acquisti legumi, cereali, verdure, mutuo per comperare  il tutto.
Convinto di provare a tutti i costi, mi prefiggo un primo iniziale traguardo: mangiare vegan-vegetariano con prudenza ed in modo parsimonioso; percorrere sulle piste di via Trave tre,al massimo quattro chilometri da aumentare poi via via con il passare dei giorni.
Ero felice come un bambino, ritrovavo forza e coraggio e soprattutto la ferma volontà di impormi sacrifici per dimagrire quei chiletto di troppo.
Deciso il giorno, mercoledì( perchè...ne di venere nè di marte ecc.), alle 8 sono già in piedi pronto per l'avventura. Inizio la vestizione che mi porta via un paio d'ore forse dovuto al fatto che non ho esperienza ma non è stato facile:nei pantaloni della tuta ho sbagliate gambe, le scarpe sono complicatissime, forse erano anche larghe,la fascia sulla fronte mi cadeva continuamente sugli occhi. Comunque ce l'ho fatta, sono partito e sono arrivato alle piste verso le 10. C'era gente ma non tanta, meglio cosi. Prima ancora di iniziare sentivo un caldo agostano e sudavo anche un pò. E vaiiiiiiiii!!Sono entrato in pista e mi sono fatto portare dal vento. Devo fare giri su giri, mi ero detto. Ma siccome il vento non tirava, dopo cento, centocinquanta metri, ero già ridotto uno straccio, sudato come una capra,con le scarpe che se ne andavano da sole dove volevano loro. Le gambe hanno cominciato a fare fico: proprio non ce  la facevo. Sono tornato lentamente indietro, sono salito in macchina stanco e sfinito, mi sono disteso sul sedile, ho acceso la radio per riprendere fiato. Mi ha svegliato la sirena del mezzogiorno, giusto in tempo per tornare a casa per prepararmi il pasto vegan-vegetariano. Altra ora per spogliarmi, doccia, cucina, preparazione ingredienti, libro ricette. Non ci capisco un fico secco: predisporre, preparare, pesare, diluire con, pulire bene, tagliare in cubetti, affettare con cura, insaporire con foglioline di sottobosco, scaldare il forno, versare latte di soia, amalgamare il tutto....insomma un muro insuperabile per me.
Il giorno dopo, giovedì: mi alzo alle otto, prendo la tuta, la piego accuratamente, infilo nella busta di cellofane, prendo le scarpe, ci stringo intorno la fascia frontale, metto il tutto nella scatola, cappello con visiera e guanti finiscono in garage; prodotti vegan vegetariani finiscono invece nel contenitore Aset( mi faranno la multa?), e per rifarmi a pranzo sono andato a mangiare al ristorante: dagli spaghetti alle vongole, al secondo, al terzo, dolce e frutta gelato caffè e ammazza caffè. Alla faccia!!!

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