e la pioggia, le nuvole, il vento afferrano il nostro essere
ci svegliano alla mattina, ci accompagnano fino al sonno
le foglie cadono e coprono la terra, l'asfalto, volano
nell'aria e ricadono, senza vita, ovunque,a ricordare.
Ogni anno la stessa storia, la stessa malinconia
il rimpianto di una estate che poteva essere migliore
più vissuta, più goduta, più...non sappiamo neanche noi
ma l'avremmo voluta interminabile, bella, come una musica.
Spariscono i colori forti, sgargianti, le pelli abbronzate
e tornano le mezze tinte, i grigi del cielo e del mare
le scarpe bagnate e gli ombrelli, le pozzanghere in strada
i rivoli d'acqua dai tetti, i fiori che muoiono e gli uccelli
che se ne vanno a cercare altre primavere.
Gli alberi diventano spogli, ad offrire all'inverno
la carne nuda dei rami e dei tronchi, senza difesa
i giardini diventano cimiteri, tristi e piangenti
e ai lati dei viali lunghi scheletri,l'uno dietro l'altro,
che alzano le braccia verso il cielo ad implorare.
Sarà autunno e poi inverno, come sempre,
alle luci dei lampioni e delle case, senza sole.
Non guardaremo più il cielo se non per vedere nuvole nere
e giorno dopo giorno segnando il tempo che passa
aspetteremo che l'eterno faccia il suo giro
Nessun commento:
Posta un commento