mercoledì 17 ottobre 2012

SOLITUDINE DA CANE

Sola, sempre sola, inutilmente sola, a parlarsi dentro
a dire ciao a persone sconosciute, incontrate per caso,
al bar, al supermercato, in qualche negozio del quartiere.
Le succede qualche volta di dialogare con il televisore,
per commentare a voce alta quel che vede e che sente,
sorride, maledice, scambia battute e commenta
le notizie del telegiornale.
Non ha più amiche, non ha più amici nè conoscenti;
ha sempre il telefono a portata di mano
ma che non squilla mai, la cassetta della posta è vuota
se non per avvisi e bollette di conti  da pagare;
aveva immaginato una vita diversa, fatta di riposo,
di passatempi,di serate fuori casa, di passeggiate in compagnia e invece si è dimostrato tutto un sogno, un desiderio che non si è avverato e che non si avvererà mai.
Sola ed ogni giorno che passa, guardandosi allo specchio,
si accorge di avere un viso spento, triste, segnato da rughe
da piccole borse sotto gli occhi; una trama di righe 
che solcano le sue guance, il suo viso.
Nota di essere trasandata, di curarsi poco
di rimandare ogni volta l'appuntamento dalla parrucchiera,
oramai preferisce fare da sola, tingersi i capelli
per coprire il grigio, per illudersi di nascondere
quel che più nascondere non si può.
Quanto ci teneva una volta! Quanti soldi spesi
per i vestiti, le borse, trucchi e profumi, i capelli...
come erano lontani quei tempi anche se era solo ieri.
Comunque una cosa l'aveva decisa: camminando per strada, girovagando per la città aveva notato che molte
persone avevano un cane al guinzaglio( a volte anche più di uno) e se lo portavano appresso ovunque.
Un cane avrebbe potuto sicuramente farle compagnia
e togliere da dosso quel senso di solitudine perenne.
Detto e fatto; cerca e trova un noto canile lontano pochi chilometri da casa sua " Fighettibau"; gira, guarda, sceglie.Ne prende uno bello, vivace ma buono, di taglia non tanto piccola ma sicuramente non gigantesco.
Lo porta a casa e come avviene quasi sempre diventano veramente amici. Lei ci parla, attende risposte, lo chiama
per nome, lo educa scrupolosamente, acqua lì, pappa là, 
tappetino, osso da mordere, in piedi, seduto, fermo, 
niente mangiare umano, cuccia, antipulci, spazzola, bagnetto con sciampo umano per profumarlo, taglio pelo,
bandana al collo, orari precisi uscita e rientro, giro sotto casa per pipì e popò, niente confidenza agli altri cani, specialmente se sono cagnoline :" vieni via sporcaccione! Non annusare quelle lì, sei proprio come tutti gli uomini!!!".
Lei ci parla, lui ascolta.
Passa il tempo e lei diventa ancora più invadente; alla sera se lo porta a letto, lo fa stare vicino, arrotolato, così le tiene caldo; gli insegna a mangiare a tavola, in un tavolino più basso. Riprende a sferruzzare con la lana e gli fa cuffiette, berretti rasta, scarpine, cappottini invernali, sciarpe che gli annoda al collo, gli mette persino l'impermeabile, a macchie verdi e marroni come quelli dei militari,se piove quando escono anche per pochi attimi.
Per lei è una mano santa; riprende colore e anche un pò di vivacità. Si va alla grande.
Una notte, però, i vicini sentono un gran trambusto provenire dalla sua casa ed anche l'abbaiare furioso del cane. Si allarmano, chiamano i Carabinieri: se il cane abbaia deve essere successo qualcosa di molto, molto grave, dicono agli agenti.
La pattuglia suona alla porta, nessuna risposta, forzano ed entrano. Trovano la donna a terra ferita mortalmente dai morsi del cane; tutt'intorno sparsi ovunque gli " abiti" del cane, stracciati, morsi, distrutti. E il cane da una parte, sdraiato buono buono  con indosso un pigiamino da notte tutto colorato a fiorellini infilato però solo a metà.
Li segue senza ribellarsi, calmo calmo. Arrivati sulla porta, il cane si gira e " bau bau" fa, scodinzolando; sembrava felice dicono i Carabinieri. Chissà perchè...

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