giovedì 15 agosto 2013

AMERICAN CAR

Eravamo giovani, eravamo allegri, eravamo...
Tra i tanti amici che avevo c'era anche Corrado, figlio di una famiglia molto nota a Fano che abitava in una bella casa/villa nei pressi del Pincio. Nel garage-che si vedeva dalla strada- tra le altre auto c'era un macchinone americano che faceva sognare solo a guardarlo: lunga, immensa, tutta cromature, bellissima, come quelle che si vedevano nei films.
Era dello zio di Corrado(se non ricordo male) e qualche volta insieme a lui entravamo io ed altri amici per guardarla ed ammirarla.
Bene; sta il fatto che un certo giorno, mentre siamo a chiacchierare, Corrado lancia l'idea di fare un giro in quell'american car approfittando del fatto che lo zio è fuori Fano ed anche i suoi genitori sono lontani da casa. Non ci parve vero ed in tre,privilegiati,salimmo con lui.
Manovra perfetta, uscita dal garage, strada e poi via verso Pesaro. Che sogno! Silenziosa, morbida come una diciottenne, filava come se andasse sul cristallo, senza scosse, ammortizzatori da sogno.E' come se oggi si girasse in Ferrari!  Andiamo e filiamo mentre nelle auto che superiamo o che ci vedono, tutti ci guardano con invidia. Siamo proprio soddisfatti e contenti. Arriviamo a Pesaro, facciamo un giro nella zona mare tanto per pavoneggiarci e poi ritorniamo verso casa. Siamo felici e ridiamo e scherziamo ed anche Corrado è soddisfatto.
Siamo alle porte di Fano, sulla dritta che arriva al ponte dell'Arzilla; a diverse decine di metri avanti a noi c'è un grosso autocarro che improvvisamente rallenta. C'è molto spazio e non c'è ( anzi! non ci dovrebbe essere) problema; Corrado fa quello che avremmo fatto tutti: scala le marce e comincia a frenare. La macchina seguita ad andare come se nulla fosse...avanti avanti, sempre più vicini. Corrado, spinge sul freno con  tutta la sua forza, addirittura( me lo ricordo benissimo) si alza  dal sedile per spingere di più . Niente. Sono attimi di " leggera" preoccupazione. 
Siamo oramai vicini... per fortuna il grosso autocarro riprende velocità e si allontana. Tiriamo un sospiro di sollievo. Si arriva a casa di Corrado, si scende con un sorriso forzato, ci salutiamo.
L'auto era bella, morbida e comoda ma aveva un difetto: i freni erano 'na schifezza!
Non ci siamo più saliti ma neanche Corrado!

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