giovedì 22 agosto 2013

ERA TUTTO

Era tutto quello che ci potevamo permettere,
passeggiare avanti e indietro e poi da un lato
all'altro del vicolo, al riparo di un alto muro
di un antico palazzo, sotto la pioggia ed anche
nelle serate del freddo inverno,
questo e niente di più perchè eravamo giovani,
perchè contavamo i minuti prima di tornare a casa,
ed i genitori erano attenti e severi
e guardavano l'orologio troppo spesso.
Quarti d'ora, minuti, rubati alla scuola, agli studi,
alle cose da fare, aiutati dalle amiche e dagli amici
che ci erano complici.
I pochi passanti non facevano caso a noi,
andavano di fretta in quel vicoletto illuminato solo
da due lampade stradali: una all'inizio ed una alla fine.
Ci tenevamo per mano, togliendo i guanti,
entrambi con un soprabito loden verde
con il bavero alzato e la sciarpa intorno al collo
 sentivamo freddo ma non ce ne curavamo.
Un passo dietro l'altro, rubando un bacio
quando per strada non c'era più nessuno.
Un piccolo vicolo del centro città ma per noi era
una piazza, un mare, un prato, un mondo
fatto solo per noi.
Come sono cambiati i tempi; oggi non ci sono più
confini, non ci sono più imposizioni, più limiti, forse 
è cambiato anche il modo di provare i sentimenti.
Ma io tornerei ancora in quel vicolo, mano nella mano,
a camminare sotto la pioggia, per sempre.

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