giovedì 8 agosto 2013

CALDO E CHIACCHIERE VELENOSE

Caldo africano, caldo...caldo... anche stando fermi sentiamo addosso sudore ed insofferenza; è vero che ogni anno ripetiamo le stesse cose: ci lamentiamo del freddo d'inverno e ci lamentiamo delle alte temperature d'estate; ma quando ci sei in mezzo è difficile farsene una ragione.
Steso, più che disteso, sul lettino, sotto l'ombrellone; sono immobile per non bruciare energia, all'ombra, guardo verso il mare che è piatto e leggermente fumoso come se la temperatura dell'acqua fosse  quella della pentola prima di buttare giù la pasta. 
Tutt'intorno bagnanti, tutti più o meno nella mia stessa condizione; accetto la situazione e non  mi lamento, oltretutto perchè non servirebbe a nulla. Vivacchio, aspetto che passi il tempo, getto ogni tanto qualche  occhiata verso la riva, dove a pelo d'acqua parcheggiano numerose persone in cerca di refrigerio. 
Andrebbe tutto bene così ... va tutto bene così fino ad un certo punto quando in un ombrellone assai vicino al mio, vengono a sistemarsi alcune persone che io in parte conosco di vista ma che non sono titolari dello stesso ma,evidentemente, trovandolo vuoto ed attrezzato con  due lettini assolutamente liberi, hanno pensato bene di approfittare dell'occasione, all'ombra e senza spendere una lira. Sono in  sei, quattro donne due uomini, cominciano a chiacchierare a voce alta, a dare sfogo alla stupidità più qualunquista del linguaggio balneare, sciocchezze sopra sciocchezze, battutine da far rivoltare lo stomaco, insomma un festival del qualunquismo e della cretineria più totale. Cerco di resistere, di farmene una ragione; d'altra parte non saprei dove andare, cosa fare, con quel caldo. Naturalmente la mia sudorazione aumenta notevolmente ma non me la sento di andare in acqua. Spero che se ne vadano presto. Neanche per idea! Non chiudono mai bocca, ridono, si divertono, le signore accendono anche le sigarette:si trovano proprio bene lì!
Poi c'è un attimo di silenzio; apro gli occhi e spero ma...era solo una pausa per riprendere fiato e per focalizzare le loro chiacchiere su una persona che era appena passata a pochi metri, camminando in riva al mare. Una signora sui 40/45 anni,messa normale, ben mantenuta fisicamente; la guardano e cominciano a parlarne (  anch'io la conosco di vista e so chi è);cominciano piano come fa il temporale che parte da lontano, qualche risolino, qualche battutina, qualche indiscrezione su di lei, sull'ex marito, sull'amante di turno, su...su... e via via fino ad una valanga di maldicenze che coinvolgono nei racconti diversi altri personaggi sia maschili sia femminili che sono anche abbastanza conosciuti in città.
Insomma, veramente uno strazio che sono costretto a sopportare in una situazione veramente infernale. E non si sono fermati sino a che, per fortuna, un cellulare ha cominciato a squillare e la chiacchierona di turno rispondendo fa:" ma noi siamo già sotto l'ombrellone!!! Quale ombrellone? il 237!  Non è questo? allora abbiamo sbagliato. veniamo subito". Poi " abbiamo sbagliato ombrellone, andiamo che ci stanno aspettando da un pezzo" ed andandosene hanno avuto anche il coraggio di salutarmi.
Che giornataccia!!!

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