la spiaggia di ferragosto
volavano i gabbiani a decine
sfiorando le onde e i bagnanti
il mare, mosso e rumoroso
portava sulla riva
resti di polli, melanzane arrosto,
vassoi lucenti di alluminio
ancora pieni di gnocchetti
alla marinara e teste di pesce.
Qua e là grappoli di persone
ancorati agli ombrelloni,sbragati
sui lettini a gambe larghe
e panze fuori, rossi come peperoni
sorseggiavano gli ultimi sorsi
di verdicchio e di frizzantino
comperati al supermercato
per risparmiare.
Grida e risate seguite da potenti
getti d'acqua superinquinata
presa alla doccia facevano
apparire il lungomare come
un girone infernale
mentre donne simili a streghe
e senza più freni inibitori
mostravano terga e pettorali
senza alcun ritegno.
Ma seguitavano a volare
i gabbiani, lenti e sicuri
beccando sulla sabbia cozze al forno,
pizza ai quattro formaggi,
pizza bianca rossa e verde,
persino qualche protesi persa
dai più agitati.
Poi calerà la sera, tornerà la pace
e domani gli addetti alla spiaggia
raccoglieranno i resti della festa
e qualche decina di cadaveri
di gabbiani, morti non tanto
per l'abbondanza ma per le schifezze
che avevano rubato agli uomini.
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