giovedì 15 agosto 2013

LA STESSA STRADA

La stessa strada,le stesse case
odore di cucina e di mare
all'orizzonte il porto e le barche
l'acqua che scorre lenta nel canale
passo sotto il ponte facendo 
un breve tratto in discesa
all'angolo un distributore di benzina
e dall'altro lato un fioraio,
e poi salendo ancora nella strada
si arrivava finalmente in città
passando tra vecchi alberi
e un muro antico e maestoso.
Una sosta nel piccolo bar
dove si prendeva caffè e gelato
e via ancora verso il centro.
Dopo qualche decina di metri
sulla sinistra c'era una cartoleria
grande e buia, dal pavimento di legno,
odore di quaderni, di inchiostro,
di libri, di gomme, di matite.
Entravo timoroso e con soggezione
mentre mia madre mi teneva per mano;
lei era di casa in quel negozio
avendo fatto l'insegnante a Fano
e conosceva bene il negoziante.
Sorridendo chiedeva qualcosa
sottovoce ed io, recalcitrante,
tiravo per uscire in fretta.
Dopo aver avuto quel che
aveva chiesto e salutato 
uscivamo sulla strada e dopo
qualche passo mia madre apriva
il pacchettino e mi mostrava
ciò che aveva comperato:
dieci, quindici biglie di terracotta,
tutte di diversi colori, tutte
bellissime e meravigliose.
Per me una novità ed una gioia
che mi facevano contento
e riconoscente verso mia madre.
Tenevo il pacchettino ben stretto
tra le mani per tutto il tempo
e mia madre mi guardava e sorrideva.
Poi camminavamo ancora
fino a che non era ora di ripartire;
una corriera ci portava a Senigallia
ed un'altra da Senigallia ad Arcevia
ed io non vedevo l'ora di arrivare
per mostrare agli amici
quelle meraviglie che sembravano
l'arcobaleno.


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