Sul far della sera
quando il sole accecante
diventa lentamente
una rossa arancia
tagliata a metà,
molti bagnanti
lasciano stanchi la spiaggia
e prendono la strada
di casa;
allora restiamo in pochi
sotto gli ombrelloni
a godere il lieve
fresco del vento.
Quattro vecchie babbione
giocano a tressette
come una volta
e sembra un'angolo
della vecchia Fano
fermo nel tempo.
Tirandola alle lunge
sui lettini dormono
ancora,sbragati,
uomini e donne ritardatari
rossi infraganati
circondati da borsoni
secchielli, palette,
vestiti in terra,scarpe
da ginnastica, resti di pranzo
fino a che il capo famiglia
dà la sveglia ed incita
alla partenza con accento
perugino- bassa marca.
" Andamo! Andamo! sveja,
sveja!!!"
E via corrono a vestirsi,
a raccogliere, a richiamare
i fij che sono in acqua.
Le donne,ancora in sonno
infilano in fretta
i vestiti dei mariti e non pochi
mariti infilano minigonne jeans
delle signore, convinti
che siano bermuda.
E' l'ora dell'addio al mare
mentre noi, fedeli, siamo
sempre più felici, più distesi,
più soli.
Guardo verso le onde, sento
la musica lenta,divina
e le babbione, impassibili,
continuano il tressette,
come se avessero fermato
il tempo, un secolo fa.
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