martedì 25 settembre 2012

IL BALLO DUE LEONI

Si ballava nel locale in riva al mare, si ballava il sabato sera e la domenica pomeriggio: fisarmonica, clarinetto, chitarra, immancabile batteria.Fumo come nelle notti di nebbia, puzza di sigarette, di sudore, di bibite varie . Era il locale per il popolo e quindi evitato dalla piccola borghesia ma proprio per questo sempre pieno; un andirivieni che non finiva mai, si sentiva ridere, scherzare e la musica da grande distanza e chi non conosceva la sala faceva presto a trovarla.
Qualche volta, però, anche i piccoli borghesi, gli studenti, i fighetti di allora-come accadeva nell'ottocento- si spingevano a frequentarlo per godere di una atmosfera gaudente e sanguigna. Quando decidevano, tra amici usavano una frase  di convenienza:" questa sera si va a"piattilografe", storpiando il termine dattilografe,intendendo dire a ragazze alla buona, senza pretese, donne di servizio ( cosi si chiamavano) in cerca di svago, quelle che oggi sono le badanti, le collaboratrici domestiche. Molte di loro lavoravano in città ma venivano dalla campagna, dalla periferia, dai paesi dell'interno, lontane da casa e quindi libere di passare il tempo come volevano.
Arrivavano in gruppetti, tenendosi sottobraccio, vestite senza pretese, capelli fai da te, profumi da pochi soldi da far resuscitare un morto. Alcune timide, altre molto sicure di sè, e queste ultime convincevano le altre incoraggiando e spingendo. E via al ballo, alle conoscenze occasionali. Quando era ora di andarsene, se la filavano alla svelta perchè aspettavano sempre l'ultimo minuto, raramente però si facevano accompagnare dagli uomini: da sole erano arrivate e da sole se ne andavano via. La scia di "odore" di fumo delle sigarette scadenti fumate nel locale rimaneva 
nell'aria per diversi minuti e le poverette ne erano impregnate nei vestiti, nei capelli, ovunque.Via di corsa, in attesa che passasse la settimana per tornare a divertirsi, con poco.Altri tempi

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