Sera d'autunno che sa di primavera, un'aria dolce e fine
lì dove la piazza grande lambisce i piedi al corso cittadino
si incrociano e si confondono persone e genti di passaggio
ed anche di passeggio. Dalla fontana con la statua,
falsa e sgrugnita, sgorga acqua cristallina con cicche e carte
coni di gelato e resti di pizza a formare piccole isole oleose.
Tutt'intorno, sull'antica pietra, siedono e riposano
uomini con i bimbi in braccio e mamme dai capelli viola.
Qualcuno azzarda un pediluvio, qualcun altro una lavata a doccia e se potessero anche un rapido bidè.
Al centro del piazzale, ove la temuta stella sfigatrice
indica i segni delle direzioni dei poli e delle latitudini
frotte di bimbi indiavolati gridano, urlano e calciano palloni.
Ne hanno mangiati di omogenizzati e sono forti e potenti
e le grosse e pesanti sfere di cuoio o similpelle o gomma
tracciano nell'aria veloci curve per poi ricadere
o sulle antiche statue dei Santi che, con le mani di pietra,
inutilmente si coprono" i gioielli " lanciando urla mute
o sulle teste o addosso o sulle vivande di turisti e fanesi
che bellamente pigri stanno seduti nei tavoli del bar
o attraversano tutta la piazza finendo in strada.
Con volo lento e circolare, decine di piccioni colorati
sorvolano la piazza e poi si posano in terra e sulla fonte
dove cercano molliche da mangiare e acqua da bere.
Trovano spazio sui leoni, sui delfini, sulla statua, sulla fonte; si dissetano, a volte fanno il bagno arruffando le piume,
si fanno i loro comodi e poi riprendono il volo ,
girando ancora, ancor volando al di sopra di tutto e di tutti,
e dopo aver mangiato, mangiato e ben bevuto
fanno la cosa naturale che in questo mondo tutti facciamo:
si liberano del soprappiù, del digerito, lasciandolo cadere
con rara nobiltà sulla testa e sulle vesti di chi di sotto sta.
Ecco la nostra piazza,il centro del sapere
in un giorno d'autunno ....che dura tutto l'anno.
foto di Vivi
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